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I terremoti avvengono con una determinata frequenza

seguendo delle regole non sempre casuali.

Analizziamo i dati da gennaio dello scorso anno

 

Terremoti dal 2014

 

di Leonardo Nicolì

È bene precisare subito che essendo oggi il 12 di giugno, quindi neppure a metà mese, i dati indicati nell’ultima riga della tabella, quelli appunto riferiti al mese in corso, sono riferiti ad una proiezione calcolata in base al numero di accadimenti fino ad oggi registrati.
Per tutti i mesi precedenti i dati sono reali ed estrapolati dal database ISIDe che potrebbero contenere anche alcuni eventi registrati fuori dal territorio nazionale, o in mare, ma che comunque rientrano nelle logiche abituali di pubblicazione.

 

Vediamo subito il primo grafico che ci mostra la somma degli eventi mese per mese a partire da gennaio 2014

Quello che appare subito evidente è la perfetta proporzione fra terremoti di magnitudo diversa che è di 1/10. Per ogni 1000 terremoti di grado X ne contiamo 100 di grado superiore e 10 di grado ancora superiore e via di seguito.
Le varie colorazioni indicano il numero di terremoti delle diverse magnitudo come mostrato dalla legenda posta in alto nel grafico.

 

Nel grafico successivo sono stati omessi i terremoti più piccoli, quelli compresi fra M 1.0 e 1.9, e si comincia a notare maggiormente la scarsa frequenza di eventi in questo mese.

 

In quest’ultimo grafico sono stati omessi anche i terremoti compresi fra M 2.0 e 2.9 e qui risulta ancora più chiara la bassa frequenza di terremoti più importanti.

 

Un’altra importante precisazione, che spesso viene ricordata, è che i tempi geologici non corrispondono a quelli umani cui siamo abituati nella vita quotidiana perciò i dati a breve periodo possono non risultare attendibili rispetto alla storia sismica generale del nostro territorio. In effetti dobbiamo ricordare, e tenere presente, che stiamo valutando solo i primi 12 giorni del mese di giugno 2015 che sono del tutto insignificanti rispetto alla vita della nostra Terra, oltre 4,5 miliardi di anni, e rispetto ai lenti movimenti delle faglie presenti sul territorio o delle grandi Placche che fra loro si scontrano a velocità di solo pochi centimetri ogni anno.

Tuttavia non possono essere non considerate le medie di accadimento mensili o annuali, che comunque rispettano una certa logica, perciò sarà molto probabile che nei prossimi giorni/settimane/mesi possano essere recuperati i terremoti mancanti anche grazie all’attivazione di nuovi sciami sismici che faranno incrementare i numeri.

Non essendo possibile comprendere i meccanismi che producono un rallentamento o un aumento della sismicità, non ci resta altro che attendere il susseguirsi dei mesi per valutare i nuovi dati elaborando altri grafici che sono sempre molto interessanti.

 

 

 

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