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A L’Aquila si dice che il terremoto ”torna” ogni 300 anni,

in Friuli ogni 100. Ma sarà vero che i terremoti

hanno memoria e sanno quando tornare?

 

 

La terra fa un giro intorno al Sole in circa 365 giorni e ruota sul proprio asse in circa 24 ore. Se per “periodico” intendiamo questo la risposta al quesito di questo articolo è si.

Ma per i terremoti esiste una periodicità così precisa? In questo caso la risposta è assolutamente no anche se...

Se i terremoti si ripetessero con tale precisione l'intero mondo scientifico non dovrebbe rompersi il capo per trovare una soluzione per raggiungere la grande conquista della previsione. Sulla base dei terremoti già avvenuti sapremmo con esattezza la data del prossimo sisma ma, purtroppo, proprio così non è.

La meccanica che produce un terremoto non è ancora del tutto chiara anche se negli ultimi decenni sono stati fatti notevoli passi avanti e, grazie alle tecnologie disponibili, oggi siamo in grado, ad esempio attraverso i satelliti, di monitorare spostamenti anche millimetrici di intere aree.

Le faglie sono spaccature della crosta terrestre e sono in continuo movimento.

Spostamenti molto piccoli e continui fino a quando non sopraggiunge un ostacolo. Cercando di superarlo si generano forti tensioni sulle rocce le quali resisteranno fino al raggiungimento della soglia di rottura.

Superata questa soglia si ha un rapido movimento con rilascio dell’energia accumulata nel tempo che genera il terremoto.

Provate ad immaginare una lunga striscia di carta vetrata poggiata a terra, sopra ponete un mattone e il mattone lo legate con un elastico. L’elastico lo fissate alla parete e poi iniziate a tirare verso di voi la carta vetrata. All’inizio il mattone vi seguirà, l’elastico inizierà ad allungarsi fin quando avrà la forza di fermare il mattone che inizierà a scivolare indietro con dei bruschi scatti. Continuando a tirare la carta il mattone tornerà di nuovo a muoversi verso di voi finché l'elastico non tornerà nuovamente in tensione e via di seguito per infinite volte.

In questo esempio riscontriamo il ripetersi dell’evento ma non certo la periodicità. Infatti se ripetessimo l’esperimento anche decine di volte non otterremmo mai gli stessi risultati anche perché sarebbe davvero difficile, se non impossibile, capire perché il mattone alcune volte scivola ed altre volte si muove con bruschi movimenti.

L'unica cosa certa è che finché tireremo la carta vetrata avremo tempi dove il mattone ci seguirà ed uno specifico momento dove il mattone scivolerà bruscamente e allo stesso modo possiamo dire che finché le faglie si muoveranno avremo ancora terremoti.

Non possiamo quindi sapere quando accadrà il prossimo terremoto ma, visto che conosciamo la consistenza delle faglie (almeno di quelle ben conosciute) siamo in grado di sapere qual è il terremoto massimo atteso che possiamo aspettarci su ogni specifico territorio, ma non quando.

Un altro problema è l'impossibilità di comprendere se il terremoto ha rilasciato tutta la sua energia. Molto spesso abbiamo visto che non è così. I due esempi più significativi sono i terremoti del Friuli (uno a maggio e due a settembre 1976) e dell'Umbria (settembre 1997 due terremoti in poche ore).

In conclusione possiamo solo affermare che un luogo colpito da terremoto ha un’alta probabilità di subirne altri.

Relativamente alla periodicità vera e propria ci sono diversi studi e pubblicazioni scientifiche ma ne parleremo in un’altra occasione.

 

 

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