Costruzione di ponti in zone sismiche: il caso del Giappone.
Il ponte Akashi-Kaikyo colpito da un terremoto di Mw 7.3
durante la sua costruzione.
La costruzione di ponti in zone altamente sismiche, come il Giappone, è una sfida ingegneristica complessa, ma il paese ha sviluppato tecniche avanzate di ingegneria sismica per garantire la sicurezza e la stabilità delle infrastrutture anche durante terremoti molto potenti.
Un caso celebre è il Ponte Akashi-Kaikyo (nella foto), anche conosciuto come Ponte Perla. Questo è il ponte sospeso più lungo del mondo e collega l'isola di Honshu con Awaji. La sua costruzione ebbe luogo proprio durante il Grande Terremoto di Hanshin nel 1995, che colpì la città di Kobe con una magnitudo di 7.3. Durante questo terremoto, il ponte era già in costruzione, e la scossa fu talmente potente da spostare le torri del ponte di circa un metro. Tuttavia, grazie alla flessibilità della struttura e alla tecnologia impiegata, non solo la costruzione non subì danni significativi, ma il ponte venne poi completato con alcune modifiche per migliorare ulteriormente la resistenza sismica.
Il Giappone utilizza diverse tecniche per costruire ponti che possano resistere ai terremoti. Tra queste ci sono:
- Isolatori sismici: sistemi che separano la struttura del ponte dalla sua base, riducendo la trasmissione dell'energia sismica.
- Materiali flessibili e resistenti: acciaio speciale e cemento armato che possano assorbire l'energia dei terremoti senza rompersi.
- Dampers (smorzatori): dispositivi che assorbono le vibrazioni prodotte dal terremoto, riducendo il movimento del ponte.
- Strutture modulari: costruzioni che possono essere riparate più facilmente in caso di danno, senza dover ricostruire interamente il ponte.
L'esperienza giapponese è un esempio di come l'ingegneria moderna possa affrontare la sfida dei terremoti, adattando le tecniche e i materiali in funzione del rischio sismico elevato.
Accorgimenti Antisismici per il Ponte sullo Stretto di Messina
Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina prevede l'inclusione di tecnologie antisismiche avanzate, proprio a causa dell'elevato rischio sismico nella zona dello Stretto. Questa regione è infatti soggetta a una delle attività sismiche più intense del Mediterraneo, rendendo la protezione sismica una priorità assoluta per il progetto.
Ecco alcuni degli accorgimenti previsti per rendere il ponte resistente ai terremoti:
1. Isolatori sismici: Il progetto prevede l'uso di isolatori sismici per ridurre la trasmissione delle onde sismiche dalle fondazioni del ponte alla struttura stessa. Questi dispositivi permettono al ponte di 'scivolare' leggermente rispetto alla terra sottostante, assorbendo l'energia del terremoto e riducendo lo stress sulle strutture portanti.
2. Struttura flessibile: La progettazione prevede l'uso di materiali e tecnologie che rendono il ponte flessibile, permettendogli di oscillare in modo controllato durante un terremoto senza subire danni strutturali. La lunghezza del ponte, che dovrebbe superare i 3.300 metri, lo rende simile a un ponte sospeso, come il Ponte Akashi-Kaikyo in Giappone, che ha una capacità simile di oscillare per assorbire le forze sismiche.
3. Fondazioni rinforzate: Le torri del ponte dovranno essere costruite su fondazioni molto profonde e rinforzate, utilizzando tecniche di consolidamento del suolo e trivellazioni profonde per garantire che le strutture non si spostino o collassino in caso di terremoti. La particolare geologia dello Stretto, con il fondale marino soggetto a forti correnti, richiede soluzioni innovative per le fondazioni.
4. Test dinamici e simulazioni sismiche: Durante la fase progettuale sono stati eseguiti modelli di simulazione per verificare il comportamento del ponte in caso di terremoti di forte magnitudo. Sono state simulate scosse di magnitudo 7.1 sulla scala Richter, proprio per replicare eventi sismici già registrati in passato nella regione, come il famoso terremoto di Messina del 1908.
5. Smorzatori a massa mobile: Nel progetto sono previsti anche degli smorzatori dinamici a massa mobile, simili a quelli utilizzati in grattacieli e altre infrastrutture importanti, che hanno il compito di assorbire e disperdere l'energia generata dai movimenti sismici.
Questi accorgimenti fanno parte di un approccio moderno che unisce l’ingegneria civile avanzata alla geotecnica e alla sismologia. Il ponte è progettato per resistere a terremoti di intensità significativa, con l'obiettivo di minimizzare i danni e garantire la sicurezza delle persone e della struttura stessa.