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Il 6 maggio 1976 il Friuli fu stravolto da un terribile sisma.

Alle 21:00 in punto vennero devastati decine di paesi.

Le vittime furono 989

 

 

Il 6 maggio 1976 è ricordata da molti come una giornata caldissima.

Alle ore 21:00:12 un terremoto di magnitudo (Mw) 6.5 rase al suolo interi paesi e provocò morte ovunque.

Gemona del Friuli, Venzone, Osoppo, Artegna, Buja risultarono i comuni maggiormente colpiti ma in totale furono 77 per una popolazione complessiva di circa 80.000 residenti.

I morti furono 989 e 45.000 i senza tetto. Il terremoto colpì gravemente anche la Slovenia (all’epoca Jugoslavia) con danni a Tolmino, Caporetto, Canale d'Isonzo e Plezzo.

La sequenza sismica riprese vigore il successivo 11 settembre con due terremoti di magnitudo 5.8 e 5.6 ma il vero colpo di grazia arrivò quattro giorni dopo.

La mattina del 15 settembre alle ore 05:00 una nuova forte scossa di M 5.9 e alle ore 11:30 un nuovo violento terremoto di M 6.1 fecero crollare ciò che era rimasto in piedi ma non la speranza del popolo friulano che fu comunque costretto all’esodo verso le zone costiere del Friuli.


Le zone maggiormente colpite dagli ultimi eventi furono Trasaghis, Bordano, Osoppo, Gemona del Friuli, Venzone e Buja.

Il 15 settembre il Governo Andreotti nominò Giuseppe Zamberletti Commissario Straordinario. I fondi destinati per i primi soccorsi e per la ricostruzione furono gestiti direttamente da Zamberletti unitamente al Governo della Regione Friuli Venezia Giulia e in meno di 10 anni il Friuli risorse completamente.


Durante gli inizi della ricostruzione venne coniato un motto ancora oggi usato: “Lavoro, Case, Chiese”.


Il modo in cui venne gestito il dramma post-terremoto, viene tutt’ora ricordato come un alto esempio di efficienza e serietà. 

Il terremoto del Friuli diede il via alla costituzione dell’attuale Protezione Civile.


Pochi minuti prima del terremoto un ragazzo di Tricesimo, Mario Garlatti, stava registrando un brano dei Pink Floyd dal giradischi alla cassetta attraverso il microfono che rimase aperto per tutto il nastro disponibile.
La registrazione che proponiamo è solo quella della scossa.

Inoltre vi mostriamo un bellissimo video realizzato dal Laboratorio Hci dell’Università di Udine che, utilizzando tecniche della realtà virtuale, ha ricostruito gli effetti della prima scossa sul Duomo di Venzone.

 


Ecco la registrazione audio del terremoto e il video dell’Università di Udine e a seguire
i dettagli epicentrali e alcune immagini della catastrofe.
Altri video sono disponibili cliccando qui.





 

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