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Quante volte avete fatto questa domanda?

Quante volte l’avete letta sui social subito dopo

un terremoto? Infinite.

 

 

La paura fa 90, si dice a Napoli e non solo.
Ogni volta che avviene un terremoto un po’ più forte del solito in molti cercano aiuto e rassicurazioni e perciò diventa quasi lecito domandare se sia il caso di preoccuparsi o meno.

Purtroppo oggi come oggi non esiste alcun modello in grado di garantire una precisa risposta ad un’altrettanto precisa domanda. Gli studi avviati sui precursori sismici sono molti in tutto il mondo, con tecniche diverse e con strumenti diversi, ma seppur siano stati individuati diversi elementi considerati buoni precursori di un forte terremoto oggi non esiste alcun modello matematico che possa garantire una previsione sismica, sempre che per previsione si intenda una data con un margine di errore di non oltre 2/3 giorni, un luogo circoscritto in un raggio di 30/50 km e una magnitudo attesa con un margine di non oltre un grado Richter.

Se uno di questi parametri non viene soddisfatto non possiamo certo parlare di previsione e di possibilità di lanciare un relativo allarme per far si che durante il periodo a rischio le persone possano dormire in automobile o in aree attrezzate, senza necessità di evacuazione come erroneamente si era parlato sei anni fa dopo il terremoto de L'Aquila.

Per un terremoto, infatti, non è necessaria alcuna evacuazione ma è sufficiente tenersi a debita distanza da edifici e manufatti in genere che potrebbero crollarci addosso. Cosa ben diversa, ovviamente, se parliamo di imminente eruzione vulcanica dove l’evacuazione diventa assolutamente indispensabile per allontanarsi dalle colate piroclastiche e dalle grandi nubi che un vulcano è in grado di sviluppare.

In Italia vengono registrati ogni anno decine di sciami sismici più o meno intensi, sia per numero di scosse che per magnitudo, ma solo in rare occasioni si è registrata una scossa principale più grande da essere considerata a tutti gli effetti un vero terremoto.

Resta comunque inteso che a seguito di un terremoto, neppure troppo forte, come quello di alcuni giorni fa in Puglia o la sequenza in atto nell’Appennino Tosco-Emiliano, è lecito che la gente abbia paura e pensi al peggio. In effetti sciami con centinaia di scosse, di cui molte avvertite, portano inquietudine e la consapevolezza che la terra si muove sotto ai nostri piedi con totale impossibilità da parte nostra di poter fare qualcosa.

Non lo so se quanto fino ad ora scritto debba essere considerata una premessa ma il messaggio che vogliamo far passare è che la domanda, titolo di questo articolo, non può essere posta solo in occasione di un terremoto ma anche e soprattutto in assenza di tremore.

In questo caso diventerebbe facilissimo fornire una precisa risposta che non potrebbe essere sinteticamente che un bel “SI”.

Dobbiamo preoccuparci se non sappiamo chi e come ha costruito la nostra casa, la scuola frequentata dai nostri figli, gli uffici dove lavoriamo, a quale grado possono resistere, se sono costruiti sopra o nei pressi di una faglia.
Se siamo certi di vivere in un luogo sicuro non è necessario preoccuparsi.

In futuro, quando e se i terremoti saranno prevedibili, certamente le previsioni le vedremo in TV come oggi guardiamo quelle del tempo.

Oggi nessuno è in grado di fornire una risposta certa in un senso o nell’altro, allarmante o rassicurante.

 

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