Erano le ore 04:03 del 20 maggio 2012 quando la
terra emiliana iniziò a tremare.
Da subito capimmo che la scossa era molto forte
Stavamo ancora lavorando quando sentimmo l’allarme sismografico. Il monitor che controlla il PC diventò tutto giallo per effetto dell’onda sismica e guardando la traccia capimmo anche che questo forte terremoto non era così lontano dalla nostra stazione sismica.
I chilometri che ci separavano dall’epicentro erano poco più di 300, per l’esattezza 325 che è la distanza in linea d’aria fra Finale Emilia e L’Aquila, e pur non sapendo ancora quale potesse essere l’epicentro era chiaro che dovunque fosse avvenuto ci sarebbero stati grossi problemi.
Solo pochi minuti dopo l’inizio della registrazione fummo in grado di capire che si trattava dell’Emilia con epicentro fra la province di Modena e Ferrara al confine con la Lombardia e la magnitudo stimata era poco inferiore a 6.0.
Dopo 3 anni ancora polemiche (ingiustificate) sulla magnitudo
Sono trascorsi 3 anni dalla scossa che stravolse l’Emilia ma fra la gente comune regna ancora l’incertezza di quella che fu la vera magnitudo del sisma.
Ancora oggi si parla di complotti, ma è davvero così?
Fino a qualche decennio fa, nel pieno della guerra fredda, venivano effettuati test militari con esplosioni atomiche nei deserti o negli oceani ed era quasi impossibile venirne a conoscenza. La tecnologia oggi è in grado di poter registrare movimenti anche di persone che esultano allo stadio per il goal segnato dalla squadra del cuore.
In tutta la terra sono installati diverse decine di migliaia di sismografi in grado di registrare scosse sismiche pari a quella di tre anni fa in Emilia. La magnitudo del sisma è misurabile allo stesso modo da qualsiasi strumento in ogni angolo del mondo ma è ovvio che una fitta rete di strumenti posti ad una certa distanza dall’epicentro siano in grado di fornire un dato assolutamente attendibile ed immediato.
Gli enti di ricerca nazionali ed esteri sono in grado di fornire le prime informazioni in pochissimi minuti utilizzando la Magnitudo Locale (ML) che viene rilevata in modo automatica dalla rete sismometrica. I primi dati, apparsi una decina di minuti dopo l’evento, erano leggermente contrastanti fra loro con divergenze di circa 5 decimi di grado ma è bene sapere che questi dati rilevati automaticamente, soprattutto per terremoti di una certa entità, devono essere rivisti manualmente da personale specializzato, che siano essi del nostro ente nazionale INGV o di altri enti stranieri quali USGS, GFZ ed altri ancora.
Solo per maggiore chiarezza è bene ricordare che lo CSEM, o EMSC, non possiede una rete sismometrica ma riceve esclusivamente i dati dai diversi enti sismologici.
Per terremoti di tale entità non possono essere esaminati sismogrammi di strumenti molto vicini all’epicentro in quanto lo strumento stesso è soggetto a movimento tellurico e pertanto, oltre a saturare, genera delle onde non corrette.
Da diversi anni viene utilizzata la Magnitudo Momento (Mw) che oltre a considerare l’ampiezza dell’onda e la distanza di tempo fra l’arrivo delle onde P e onde S considera l’intera traccia sismografica e diversi fattori geologici che hanno interessato la rottura di faglia.
La Magnitudo Momento è quindi in grado di fornire un dato molto attendibile della reale energia sprigionata durante il terremoto e oggi, ma non da oggi, possiamo confermare che il 20 maggio 2012 l’energia fu pari a Mw 5.8 così come calcolata dall’INGV e dall’USGS americano.
Lo stato interviene solo per le magnitudo maggiori del 6.0?
...o per le intensità maggiori del VI?
Altro capitolo interessante e ancora poco compreso da molti.
La Magnitudo è la scala che ci fornisce l’energia sprigionata dal terremoto ma non sempre a parità di magnitudo si riscontrano stessi danni e numero di vittime.
In realtà allo “Stato” non interessa quale sia l’energia sprigionata dal terremoto ma piuttosto l’intensità al suolo. Se la scossa di tre anni fa fosse avvenuta a profondità ipocentrale di 300 Km oggi non saremmo qui a ricordarne l’anniversario in quanto non avrebbe prodotto danni e vittime.
L’intensità al suolo di un terremoto viene invece misurata con la Scala Mercalli (MCS) che identifica le aree soggette a stesse intensità, quindi identifica i danni rilevati.
In diverse zone dell’Emilia la Scala Mercalli ha superato abbondantemente il grado VI toccando in alcune zone anche il grado VIII.
Purtroppo fino a che le persone confonderanno l’utilizzo delle due scale saremo ancora costretti a spiegare che il terremoto emiliano non è stato di magnitudo 7.2 come solo pochi giorni fa abbiamo ancora letto sui Social Network.
Vi invitiamo a leggere questo articolo che spiega la differenza fra la Scala Richter (Magnitudo) e la Scala Mercalli (Intensità)
Qui, invece, i dati del terremoto.