Utilizzo dei cookies

Utilizziamo i cookies per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle vostre scelte di navigazione in modo da offrirvi la migliore esperienza sul nostro sito. Inoltre ci riserviamo di utilizzare cookies di parti terze. Per saperne di più e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy. Continuando a navigare sul sito, accetti di utilizzare i cookies. Per proseguire conferma di aver preso visione di questo avviso cliccando sul tasto qui sotto.

 

Condividi

 

Sono trascorsi cinque anni dalla tragedia di Rigopiano

La mattina furono registrati quattro grandi terremoti

ed era in corso una grande nevicata 

Alle ore 10:25 del 18 gennaio 2017 l'Italia centrale viene nuovamente colpita da un terremoto di Mw 5.1 con epicentro poco ad Ovest del Lago di Campotosto ma nelle ore successive la natura continuerà a scatenarsi.

L'Abruzzo era già sommerso da una coltre di neve che in diverse zone toccava il metro e mezzo e per molti fu difficile anche uscire di casa. Alle ore 11:14 un nuovo terremoto ancora più forte, di Mw 5.5 con epicentro solo un paio di chilometri più a sud del precedente, si scatena nell'area fra il terrore della popolazione. Poi di nuovo alle ore 11:25 Mw 5.4 ancora più a sud nei pressi di Capitignano ed infine alle ore 14:33 un terremoto di Mw 5.0 ancora più a sud con epicentro a Barete.
Storicamente non abbiamo memoria dell'accadimento di 4 terremoti così forti in poche ore e l'idea, in quei momenti, fu che potesse arrivare un evento disastroso dalla faglia di Campotosto, in grado di generare terremoti ben più forti prossimi alla magnitudo 7.0. Fortunatamente questo non accadde.

Stazione multiparametrica Tellus di Pizzoli (AQ)Due giorni prima la stazione Tellus di Pizzoli, come già successo per i terremoti di Amatrice del 24 agosto 2016 (Mw 6.0) e di Norcia del 30 ottobre 2016 (Mw 6.5), rileva un dato fortemente anomalo nelle emissioni del gas radon, come si vede chiaramente nel grafico (clicca sull'immagine per ingrandire). I numerosi dati raccolti negli anni dalle stazioni Tellus sono stati pubblicati in diversi lavori scientifici disponibili QUI, in particolare l'ultimo del 2019. 

La valanga di Rigopiano
Il 17 e 18 gennaio il bollettino del servizio nazionale di previsione neve e valanghe emesso da Meteomont indicava per l'area della Majella e del Gran Sasso un grado di pericolo 4 su una scala da 1 a 5, con questa condizione di manto nevoso: «Strati di neve fresca asciutta a debole coesione su strati debolmente consolidati. Il manto nevoso è debolmente consolidato e per lo più instabile su tutti i pendii ripidi per il giorno 18». 

Alle ore 17:40 si ha la prima notizia dell'avvenuta tragedia tramite una telefonata di un dipendente della struttura al proprio datore di lavoro dove gli comunicò che l'albergo era stato travolto da una valanga e quindi distrutto. Vengono subito allertati i soccorsi che, increduli, faranno partire la colonna solo poco prima delle ore 20:00 incontrando anche innumerevoli difficoltà nel raggiungere la zona della tragedia dove persero la vita 29 persone.

L'area coinvolta dalla valanga si trova a circa 45 Km in linea d'aria rispetto agli epicentri dei quattro grandi terremoti ma non potremo mai sapere se il distacco sia stato sollecitato dai forti eventi sismici.

 

 

 

 

 

Condividi
comments
FacebookMySpaceTwitterDeliciousStumbleuponGoogle BookmarksRedditTechnoratiLinkedinMixxPinterest
Pin It

Cerca nel sito

Seguici sui Social

Gruppo Pagina Twitter YouTube Flipboard Pinterest Skype

Guarda i Video Tellus Project



I nostri Partner

 
Sostieni la iAReSP
 

sostieni i nostri progetti

Potrebbero interessarti questi articoli